La grande trasformazione e la mancanza di timonieri – dott. Marco Franco – Segretario Generale – IASSP

Siamo nel bel mezzo di una trasformazione e forse, ancor più grande di quella descritta da Karl Polanyi quando analizzò – nel suo famoso libro – la crisi delle istituzioni liberali, comparando le caratteristiche proprie della ‘società di mercato’ con quelle delle ‘società primitive’.

Nella nostra contemporaneità, le istituzioni post-moderne non riescono a tenere il passo all’avanzata dei repentini e continui mutamenti derivanti dalla globalizzazione. Le risposte, laddove presenti, sono spesso inadeguate, incongruenti con i cambi di paradigma ed il lavoro, inteso come rispetto della dignità della persona, sia di imprenditori che di lavoratori, è sempre più marginalizzato, ridotto all’effimero. Il lavoro non è più nemmeno un’obbligazione di risultato.

Basta guardare gli occhi della gente, in qualsiasi trasmissione televisiva, nelle strade, nelle metro. L’alienazione diffusa marxista si è avverata. L’individuo ha perso la libertà di ogni azione. L’avanzata delle mediocrità ha compresso qualsiasi volontà di espressione creativa. Cosi va il mondo. Bisogna adeguarsi ai tempi che cambiano. Tuttavia, un conto è adeguarsi con razionalità di pensiero e volontà, un conto è sottomettersi alla trivialità di azioni che mettono in ginocchio un Paese.

Dunque, dove risiede il problema dei problemi? Risiede nell’incapacità della nostra classe dirigente di guidare le persone, nell’ipocrisia, o nell’inadeguatezza intellettuale di non voler capire dove siamo e dove vorremmo andare. In sostanza la nostra società, soprattutto italiana, non ha più la capacità di generare un pensiero pensato. I tweet e gli slogan funzionano solo nella campagne elettorali. Nei tavoli dove si decide il futuro, occorre preparazione, ‘visionarietà’ e determinazione e non protervia, ignavia e inettitudine. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di un nuovo Rinascimento culturale, di una nuova emancipazione dell’umanità. In sostanza di un trans-umanesimo contemporaneo, figlio di quel grande umanesimo rinascimentale che poneva l’uomo al centro dell’Universo morale.

Stiamo attraversando un periodo in cui al capitalismo moderno, centrato sulla valorizzazione di grandi masse di capitale fisso, si sostituisce sempre più rapidamente un capitalismo centrato sulla valorizzazione del ‘capitale umano‘. Siamo entrati nella “società della conoscenza” che si accompagna – altresì – ad una metamorfosi del lavoro. L’Italia è preparata ad affrontare queste sfide?

Giovanni Solimine nel suo ultimo libro “Senza sapere, il costo dell’ignoranza in Italia“, ricorda il basso livello di competenze degli studenti e della popolazione adulta, nonché lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostro sistema industriale non riesce ad assorbire. Siamo in sostanza un paese povero di risorse immateriali che continua a non avere una politica della conoscenza. “Gli investimenti in ricerca ed istruzione ci costerebbero meno di quanto ci costa l’ignoranza. Questo è il paradosso di un’Italia senza sapere.”

Oltre che entrare in una ‘jobless recovery‘, siamo entrati in una ‘jobless and intellectual stagnation’. Oggi, più che in passato, la parola d’ordine è consapevolezza. Consapevolezza di capire in quale mondo siamo e di adottare tutte le strategie per uscire da questa stagnazione secolare.

I vecchi retaggi del passato non si conciliano più con i nuovi paradigmi del futuro. La chiave per far decollare le nostre economie sarà quella volta all’accumulazione del miglior capitale umano (talento) capace di innescare innovazione e dunque crescita economica. Purtroppo fino a quando non avremo la consapevolezza che il talento e la conoscenza sono i più importanti motori di sviluppo, continueremo ahi noi e purtroppo, a fossilizzare il pensiero su inutili o quantomeno poco incisivi modelli o decreti, obsoleti ed incapaci di fornire quello slancio di cui il nostro paese ha tanto bisogno. Abbiamo bisogno di grandi timonieri che guardano al futuro e non di rottamatori che si preoccupano del passato!

Articolo a cura del dott. Marco Franco
Segretario Generale – IASSP (Istituto Alti Studi Strategici e Politici per la Leadership)

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